domenica 27 agosto 2017

SISSIGNORE! di Charles Bukowski

Tutti i vicini pensano 
che noi siamo  
strani.
E noi pensiamo
lo stesso di loro.

E facciamo
tutti 
centro.




Noto, non senza stupore, che molti uomini sposati lamentano la loro triste condizi0ne di "separatiincasa". Molto spesso all'insaputa dellestesse mogli.

giovedì 24 agosto 2017

ASCOLTANDO PER CASO.......

Già, ascoltando per caso stralci di conversazioni che non ci riguardano, a volte, è possibile arrivare a conclusioni che lasciano, a dir poco, l'amaro in bocca. Questa mattina è toccato a me rimanere allibita dall'amabile scambio di opinioni di due uomini. Mentre osservavo la merce esposta su di un banco, al mercato, mi è toccato sentire le confessioni di un presunto sciupafemmine che, con dovizia di particolare, mostrava la foto,sul cellulare, della sua ultima "conquista": una puttana, a suo dire. Pare che la signora in questione si sia "meritata" l'appellativo, gradito a poche, credo, per la velocità con cui ha accettato di finire a letto con detto" gentiluomo". All'amico che sosteneva che una donna non si può definire così solo perchè accetta le avances, e qualcosa di più, di un uomo, il nostro simpaticone ha risposto piccato che quella era proprio una troia..........E' stato in quel preciso momento che ho capito: non è cambiato niente. Anni di lotte per avere una parvenza di parità da parte delle donne, sono serviti a poco nulla se questa è la mentalità corrente! Certo, le donne, adesso, occupano qualche posto di responsabilità in più (sempre troppo pochi, ahimè), studiano di più, fanno figli con più consapevolezza...., ma il punto rimane sempre che se una donna sceglie di avere  la relazione che più le aggrada è una puttana, invece l'uomo che passa di letto in letto cogliendo tutto quello che può (ogni lasciata è persa), rimane un simpatico mascalzone. Quindi, cosa è cambiato dal medioevo? Un cazzo.........Mi auguro, e auguro, di tutto cuore a quella specie di puttaniere, che la ragazza con cui si sollazza ragioni giusto come un uomo, e che usi questo individuo unicamente per il suo divertimento, lasciando i sentimenti da parte. Per un vero uomo.

mercoledì 23 agosto 2017

I PICCOLI OGGETTI di A.CRESPO

I piccoli particolari della casa:
il filo sul scendiletto trasandato,
il cerino per terra,

la cenere
che posa sulla mattonella la sua fragile trama,
l'unghietta tagliata del bambino
accanto alla scarpa,
fanno piacere agli occhi che senza badarci
collezionano immagini di oggetti che non servono.
Per quel filo si ama più la madre,
ci si ricorda del padre
per il cerino e la cenere, 
e del bambino per l'unghia e
le scarpe.
I piccoli oggetti che si spazzano,
che nessuno raccoglie,
estremamente importanti, ci ricordano
le piccole contrarietà della vita
e poveri piaceri piccolissimi.




mercoledì 16 agosto 2017

TUO FRATELLO DI EUGENIO MONTALE

Tuo fratello morì giovane; tu eri
la bimba scaruffata che mi guarda
"in posa" nell'ovale di un ritratto.
Scrisse musiche inedite, inaudite,
oggi sepolte o andate
al macero. Forse le reinventa qualcuno
inconsapevole se ciò che è scritto è scritto.
Lo amavo senza averlo conosciuto,
Fuori di te nessuno lo ricordava.
Non ho fatto ricerche: ora è inutile.
Dopo di te sono rimasto il solo
per cui egli è esistito. Ma è
possibile, lo sai, amare un ombra, ombre noi stessi.


Si può amare un ombra? Io credo di si, soprattutto se questa ombra ci viene raccontata da chi amiamo. Amiamo zii mai conosciuti, ma resi simpatici dai racconti della mamma, cugini scomparsi nei gorghi della vita celebrati per i malanni combinati....Ai tempi della scuola ho, anche, molto amato personaggi storici, che la bigotta della mia maestra, a mio parere, presentava sotto una cattiva luce: Barbarossa per primo, e poi Napoleone.
Ma questi "amori" era dettati dal mio bastiancontrario, che se la maestra diceva nero, automaticamente, per me diventava rosso......La mia simpatia per loro era dettata,in grande misura, dall'antipatia per la mia maestra......Niente a che vedere con le figure storiche, chiamiamole così, della famiglia. Mamma parlava sempre della sua mamma, nonna Maddalena, e della sua nonna, mi pare si chiamasse Caterina. Sono figure importanti, per me, pur avendole conosciute solo attrrverso i ricordi di mamma:mi hanno dato modo di capire che le donne se la possono cavare da sole, se è il caso.  Rimaste vedove in giovane età, tutte e due, non si sono perse d'animo e hanno allevato figli, mandato avanti una piccola fattoria, senza chiedere niente a nessuno, con grande onestà e correttezza. Praticamente hanno vissuto da femministe. A loro totale insaputa.

domenica 13 agosto 2017

la vera Madame Sans Gene

Questa deliziosa signora in abito da ricevimento è Catherine Hubscher, la vera Madame Sans Gens, resa celebre dall'omonima commedia portata anche, più volte, sullo schermo.
La storia di questa signora è veramente da raccontare, nel senso che, nata da una povera famiglia, si guadagnava da vivere facendo la lavandaia, fino a che il Destino non le ha fatto incontrare François Joseph Lefebre, sergente nel glorioso esercito della neonata Repubblica Francese, destinato a diventare, prima Maresciallo di Francia e poi duca di Danzica, sotto il regno di Napoleone I.
Certo i tratti di questa signora sono da popolana, niente a che vedere con la raffinata Giuseppina o dell'elegante Ortensia o di una Madame Recamièr, però il suo sorriso bonario vale più di molti particolari glamaur, si direbbe adesso. Ci si legge bontà nel suo volto, uno sguardo ironico che sembra dire:"ma guarda un po' che mi tocca fare", e saggezza.
Il suo matrimonio con Lefebre, pare, sia stato molto felice, rallegrato, si fa per dire, dalla nascita di quattordici bimbi, morti, a parte uno, in tenera età. Ci fossero stati i vaccini in quell'epoca, magari qualche bambino sarebbe arrivato all'età adulta.......
La nostra Catherine aveva, tra i suoi pregi, anche la bella abitudine di dire pane al pane e vino al vino, gettando nella costernazione i ruffiani,( ci sono sempre stati questi, in tutte le epoche e in tutte le corti) che frequentavano la corte dell'Imperatore. Anzi Napoleone aveva una grande simpatia  per la nostra Marescialla, e da lei accettava critiche che difficilmente avrebbe tollerato da altri.
Madame Lefebvre è stata anche una donna generosa e caritatevole, che non ha mai dimenticato le sue origini, aiutando chi aveva bisogno.
Il quadro che la ritrae è molto bello, tipico dell'epoca Imperiale: non conosco l'autore, non credo sia un David, potrebbe essere un allievo. Un particolare che mi incuriosisce è il paio di guanti bianchi, raffinatissimi,abbandonati sul tavolo, quasi che Madame la Marachelle non abbia voluto indossarli per mettere in risalto le mani, che molto hanno lavorato, forse sciupate dai lavori umili, ma di cui non c'è bisogno di vergognarsi. Davvero una grande Donna.

sabato 5 agosto 2017

CASA SONORA


Casa sonora
di uccelli defunti
sussurri e trilli dal verde scomparso
odoroso silenzio così stretto
all'orecchio che scricchiola
nell'eco di legni rugosi
la dentro nessuno sa
di essere eredi di lontane ombre.


L. De Libero

La casa che più ho amato è la casa della mia infanzia: anche adesso, che sono passati tantissimi anni da quando l'ho lasciata, nei miei sogni notturni è sempre quella la mia casa, dove faccio le cose bislacche che il subconscio mi ispira. Era, ma lo è tuttora, una casa vecchia, con vecchi pavimenti, vecchi serramenti, porte vecchie e scrostate, ma ci ho vissuta parte della mia infanzia e poi dell'adolescenza, forse è per quello che non riesco a staccarmi dal suo ricordo. Mi piacevano le sue stanze grandi, le rifiniture, che facevano intendere tempi migliori, il senso di libertà che i suoi spazi mi offrivano. Quando l'ho lasciata non credo di avere pianto,andavo ad abitare in un gran bell'appartamento, ma la ricordo sempre con nostalgia. O forse, ricordo con nostalgia il mio essere bambina e poi ragazza.

mercoledì 2 agosto 2017

Biglietto d'addio





Ricordami, se puoi, per un solo
mio gesto a te gradito, una parola.
Ricorda il filo azzurro che fluiva
tra noi un tempo come primavera 
dell'anima: la rosa, la bellezza
goduta insieme, l'estate e l'accordo
coerente nel cuore. Il resto è futile 
nebbia. Ricordami nel fiore offerto:
e rimarrò lieve al tuo pensiero.


Ugo Fasolo