Questa deliziosa signora in abito da ricevimento è Catherine Hubscher, la vera Madame Sans Gens, resa celebre dall'omonima commedia portata anche, più volte, sullo schermo.
La storia di questa signora è veramente da raccontare, nel senso che, nata da una povera famiglia, si guadagnava da vivere facendo la lavandaia, fino a che il Destino non le ha fatto incontrare François Joseph Lefebre, sergente nel glorioso esercito della neonata Repubblica Francese, destinato a diventare, prima Maresciallo di Francia e poi duca di Danzica, sotto il regno di Napoleone I.
Certo i tratti di questa signora sono da popolana, niente a che vedere con la raffinata Giuseppina o dell'elegante Ortensia o di una Madame Recamièr, però il suo sorriso bonario vale più di molti particolari glamaur, si direbbe adesso. Ci si legge bontà nel suo volto, uno sguardo ironico che sembra dire:"ma guarda un po' che mi tocca fare", e saggezza.
Il suo matrimonio con Lefebre, pare, sia stato molto felice, rallegrato, si fa per dire, dalla nascita di quattordici bimbi, morti, a parte uno, in tenera età. Ci fossero stati i vaccini in quell'epoca, magari qualche bambino sarebbe arrivato all'età adulta.......
La nostra Catherine aveva, tra i suoi pregi, anche la bella abitudine di dire pane al pane e vino al vino, gettando nella costernazione i ruffiani,( ci sono sempre stati questi, in tutte le epoche e in tutte le corti) che frequentavano la corte dell'Imperatore. Anzi Napoleone aveva una grande simpatia per la nostra Marescialla, e da lei accettava critiche che difficilmente avrebbe tollerato da altri.
Madame Lefebvre è stata anche una donna generosa e caritatevole, che non ha mai dimenticato le sue origini, aiutando chi aveva bisogno.
Il quadro che la ritrae è molto bello, tipico dell'epoca Imperiale: non conosco l'autore, non credo sia un David, potrebbe essere un allievo. Un particolare che mi incuriosisce è il paio di guanti bianchi, raffinatissimi,abbandonati sul tavolo, quasi che Madame la Marachelle non abbia voluto indossarli per mettere in risalto le mani, che molto hanno lavorato, forse sciupate dai lavori umili, ma di cui non c'è bisogno di vergognarsi. Davvero una grande Donna.
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